Nido del Picchio
E' lastricata di scelte la strada del successo
Piena provincia piacentina, fra nebbie, borghi medioevali, architettura industriale 2.0, capannoni abbandonati fra ruggine e natura.
La strada mi porta verso il Nido del Picchio, 1 stella michelin, dove lo chef Daniele Repetti e la moglie Lucy (padrona di sala) ti accolgono calorosamente in un ambiente elegante e con una mise en place impeccabile.
La scelta cade verso il menu degustazione che comprende 7 portate, deve essere ordinato da tutto il tavolo, con accompagnamento dei vini al calice.
L’inizio e’ promettente, con un buona battuta di gamberi rossi e spuma di finocchi, e a seguire il piatto piu’ riuscito dell’esperienza:
NOCI DI CAPESANTE, CREMA DI TOPINABUR, INDIVIA BRASATA ALL’ARANCIA E POLVERE DI CIPOLLA BRUCIATA.
Assaggiando questo piatto con cottura strepitosa e con un importante equilibrio di sapori penso a quanto è bello scoprire nuovi ristoranti di questa qualità...
Questa è la strada verso il successo però, invece, iniziano i compromessi, e la domanda dello chef (piacera’ ai miei ospiti?) anticipa un susseguirsi di piatti a mio parere sempre meno convincenti e pervasi dal dubbio amletico di Repetti (cosa ne penseranno i miei ospiti)... non tanto perche’ mal costruiti, ma sempre con un unico denominatore: poco coraggio o il coraggio esibito di chi vuole mostrarlo; ed arriviamo al shabu shabu di cervo con yogurt al wasabi e brodo di patate arrosto, un
piatto per me non comprensibile e in particolare confuso in bocca, mentre io amo tutti i singoli ingredienti.
E che dire del servizio, non voglio essere impietosa, ma la signora, gentilissima, non conosce il vino, non distingue un uvaggio dall’altro e gli abbinamenti le venivano suggeriti dal marito in cucina, e non tutti erano azzeccati. Insomma, cercasi un sommelier professionista. (Ad onor del vero al termine del pranzo lo chef mi confidava che da pochi giorni se ne era andato il sommelier lasciando pertanto vacante tale importante ruolo).
Continuando la conversazione gli ho parlato delle mie perplessità sul piatto dello shabu shabu e lui ha convenuto che forse ai suoi ospiti piacerebbe più il piccione.
Non e’ questione di piccione o shabu shabu: e’ questione di rispettare se stessi prima di volere piacere agli altri, in particolare se gli altri sono tuoi compaesani…
Concludo affermando che lo chef ha certamente qualità, tecnica e visione, però……
Fregarsene di cio’ che puo’ piacere e’ essenziale per il Piacere
Prezzo sui 125€ a testa, bevande incluse
Ristorante Nido del Picchio, Viale Patrioti 6, Carpaneto Piacentino