Cantina della Volta - DDR 2009
La rinascita del "Sorbara" sotto nuove spoglie: Longevità e Complessità
La produzione limitata a 10.000 bottiglie, il nome alfanumerico e criptico, la presentazione ad opera dello chef tristellato e ambasciatore di Modena nel mondo Massimo Bottura, ed ultima ma non ultima la splendida etichetta disegnata da un altro (l’ennesimo) orgoglio di Modena, Giuliano Della Casa, hanno creato un hype esorbitante attorno alla nuova produzione di Christian Bellei.
Chiunque, cantina o produttore, ovunque nel mondo, avrebbe avuto difficoltà nel rispettare le attese, ma stiamo parlando di un vino allevato in un territorio che ha superato un terremoto e un alluvione. Uscendone vittorioso! È quasi come se il vino stesso avesse aspettato il momento adatto per risvegliarsi dal letargo sui lieviti, a voler premiare la tenacia e la costanza di questo popolo, impossibile da mandare al tappeto.
Differentemente dal trend degli ultimi anni, la rivoluzione del lambrusco di Sorbara da parte di Cantina della Volta e di Christian Bellei passa attraverso una rivalutazione di qualità estrema. Mi spiego: l’andamento del mercato e l’improvvisa riscoperta del lambrusco (di ogni varietà) sono passati attraverso un miglioramento generale del prodotto, una modernizzazione e un innalzamento degli standard e di certo un utilizzo più variegato delle tecniche di vinificazione ma, mai nessun prima di oggi, e prima di Cantina della Volta, ha provato (ed evidentemente riuscito) a raggiungere un livello così alto, a realizzare il sogno di ogni viticoltore della zona; fare del Lambrusco un vino di pregio, di qualità assoluta, che non accetti nessun compromesso ma sia in tutto e per tutto super.
Cantina della Volta nasce nel 2010 a cullare il sogno di un gruppo di amici capitanati da Christian Bellei che, forte di un’esperienza e un know-how quasi centenario, ha abbinato la sua abilità tecnica all’idea di “nuovo” e “migliore”. Il metodo classico rifermentato in bottiglia è il pilastro dell’idea enologica che, abbinato ad un lambrusco, converrete con me che si tratta di qualcosa di complesso seppur non così innovativo, ma perdonatemi se mi ripeto, mai visto a livelli così alti. Le uve che danno vita a questo Sorbara, fa strano ma pur sempre di Sorbara si tratta, vengono conferite da viticultori storici, raccolte esclusivamente a mano. Di proprietà della Cantina della Volta ci sono 8 ettari a Riccò, zona collinare montuosa vicino a Serramazzoni, che vanta terreni gessosi-calcarei coltivati a Pinot nero e Chardonnay che daranno spessore ed eleganza ai metodi classici di Bellei.
La spiegazione della vinificazione del DDR 2009 passa inevitabilmente dalla decriptazione del nome stesso. La prima “D” sta per “degorgiatura” ovvero l’operazione, spesso condotta a freddo, con la quale si eliminano i lieviti sui quali il vino ha riposato, ricordiamo per ben 84 mesi, che una volta svolto il loro lavoro vanno eliminati perché diventati “feccia”. La seconda “D” è il “dosaggio” ovvero l’aggiunta del liqueur d’expedition, ricetta segreta (vino invecchiato, a volte passato in barrique o addirittura addizionato di zucchero di canna) per raggiungere il tenore zuccherino voluto dalla maison. Infine il 2009, epoca di vendemmia delle uve Sorbara per questo capolavoro.
Ovviamente la rifermentazione avviene in bottiglia e quindi lo definiamo un Metodo Classico. Sette anni di riposo, per un lambrusco, sono un traguardo ragguardevole, in quanto tipicamente viene definito vino giovane. Gli addetti ai lavori gli stimano un ulteriore vita di 5 anni, oltre il 2017 ( anno di uscita sui mercati) ma io, senza voler contraddire nessuno, consiglio di berlo appena acquistato per gustare appieno il sottile ma energico equilibrio formatosi: da un lato l’acidità e la fragranza tipica di un grande Metodo Classico, dall’altro la morbidezza e il corpo di un rosso valido.
Appena versi il DDR 2009 esso presenta un colore acceso, brillante, rosso rubino chiaro con riflessi aranciati. Una spuma energica, persistente, rosacea ed elegante invoglia a bere. Il miracolo avviene nella fase gusto-olfattiva. Al naso inizialmente propone un’ottima fragranza e sentori di lieviti, delicati, equilibrati e mai stonanti, poi... magia! Si apre e sprigiona potenza e complessità degne di un grande rosso, frutti di bosco e aromi balsamici, inconfondibile la nota di ciliegie sotto spirito che indicano pure una grado alcolico importante. In bocca non si smentisce e continua dritto sulla sua strada: fresco e complesso al tempo stesso, l’alcol (13,8) è accompagnato ad una acidità importante che lo regge senza problemi e dona equilibrio al vino; ed proprio questo che induce gli esperti a credere che abbia longevità. Persistenza e retrogusto invidiabili.
In enoteca viene tra i 20 e i 22 euro, un ulteriore motivo per acquistarlo, il rapporto qualità prezzo.
Alla presentazione del vino il pranzo è stato ideato e servito da Massimo Bottura, coadiuvato dallo staff della Franceschetta 58, circostanza improbabile da ricreare nella cucina di casa o ad una cena a casa di amici. In linea di massima il DDR 2009 è l’unico lambrusco che si può abbinare a carni rosse e formaggi (mi assumo la responsabilità di tale affermazione) in grado di reggere la grassezza della carne e ripulire la bocca con la sua acidità. Grazie alla sua versatilità esso si comporta sia da metodo classico che da rosso da invecchiamento e quindi ci si può sbizzarrire. Io l’ho degustato con chips di verdure fritte e ne sono rimasto incantato, tanto da consigliarvelo: ottimo abbinamento!
L’unica cosa indispensabile è la voglia di capire l’estremità di questo prodotto che, ne sono sicuro, ha aperto il varco, impossibile da catalogare come semplice sogno di un folle poiché talmente concreto che ha aperto una breccia sul muro dell’ignoto.
Avanguardistico.
Francesco G.
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